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"Il mio non è semplicemente un lavoro.
E' dedizione, attenzione, competenza e professionalità".
Marcella Morbiducci
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Domande frequenti
La badante che chiede di trasferire la residenza nell'abitazione dell'assistito entra nello stato di famiglia?
La badante può uscire durante le due ore di riposo non retribuito o deve restare in casa?
La badante non entra nello stato di famiglia, ma risulta domiciliata presso la stessa abitazione per assistenza domiciliare, cioè il motivo per cui è stata assunta. E' dunque sufficiente richiedere al comune lo stato di famiglia separato. Dal punto di vista fiscale, l'assistito non perderà alcuna agevolazione, ma l'unico aumento di spesa riguarderà la tariffa sui rifiuti, calcolata in base ai residenti.
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La badante può assentarsi dall'abitazione durante le ore di riposo: laddove sia richiesto un impegno di sorveglianza anche durante le due ore, questo periodo non può essere considerato di riposo, ma di lavoro a tutti gli effetti e dunque va retribuito.
Come stabilire la paga?
Dare la busta paga è un obbligo?
La consegna della busta paga tutela il datore di lavoro, che in quel modo può facilmente archiviare e consultare le competenze versate alla lavoratrice, per meglio difendersi in caso di richieste incongrue, magari dopo alcuni anni dall'inizio del rapporto di lavoro. Consegnando la busta paga la badante recepisce la trasparenza e la correttezza del datore di lavoro e quindi lavora più serenamente, senza il rischio che nascano attriti da una gestione familiare del rapporto di lavoro; la consegna del cedolino "firmato" ha poi un valido carattere di deterrenza in caso di possibili vertenze di lavoro future. In base alla legge di Bilancio 2020, comma 679 per usufruire delle detrazioni fiscali esclusivamente per le spese sostenute per la badante e non per la colf, il pagamento della retribuzione del dipendente domestico deve avvenire con strumenti tracciabili.
La retribuzione è frutto di un accordo tra le parti, ma non può comunque mai essere inferiore ai minimi retributivi che sono indicati in specifiche tabelle, aggiornate annualmente, messe a punto dalle parti sociali presso il ministero del Lavoro. Al di sotto di questi valori non è possibile scendere, il rischio per il datore di lavoro è quello di esporsi a possibili successive rivendicazioni da parte della badante.